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RECENSIONE: LA RAGAZZA DI AUSCHWITZ DI HEATER MORRIS

È il 1942. Cilka ha solo sedici anni quando il suo mondo cambia per sempre. Ha appena varcato il cancello di Auschwitz e, in un istante, si vede portare via l'innocenza e i sogni di ragazzina. Intorno a lei ci sono solo orrore e ingiustizia. Eppure, nonostante tutto, scopre di avere in sé un coraggio straordinario. Una storia commovente e drammatica che ci ricorda gli anni più bui e brutti della storia mondiale.



Una ragazza ad Auschwitz
di Heater Morris
 
                                                      
Genere: Narrativa
Prezzo: € 17,90
Editore: Garzanti
Uscita: 25 giugno 2020

È il 1942. Cilka ha solo sedici anni quando il suo mondo cambia per sempre. Ha appena varcato il cancello di Auschwitz e, in un istante, si vede portare via l'innocenza e i sogni di ragazzina. Intorno a lei ci sono solo orrore e ingiustizia. Eppure, nonostante tutto, scopre di avere in sé un coraggio straordinario. Un coraggio che le permette di scoprire i punti deboli dei suoi aguzzini e di servirsene con astuzia per salvare se stessa e tutti quelli, come lei, condannati senza motivo. Da allora sono passati tre anni. Il campo è stato liberato, ma la possibilità di una nuova vita le viene negata quando è costretta ai lavori forzati in Siberia. Di nuovo, si trova alla mercé dei propri carcerieri, costretta a eseguire senza fiatare gli ordini che riceve. Ma, benché tema di non avere via d'uscita, rifiuta di arrendersi al buio di cui ha già fatto esperienza e continua a lottare per tenere a distanza il male che sembra permeare ogni cosa. Per dimostrare, con l'audacia che l'ha sempre contraddistinta, che non c'è malvagità che possa resistere a una mano tesa in cerca d'aiuto. Perché malgrado la barbarie di cui è stata e continua a essere testimone, Cilka è convinta che il suo cuore non sia pronto per dire addio all'amore. Dopo "Il tatuatore di Auschwitz", Heather Morris torna a parlare del dramma dell'Olocausto perché non sia dimenticato. La storia di Cilka è la prova che, anche in condizioni inimmaginabili, l'umanità trova il modo di manifestarsi e riaccendere la speranza. Il suo viaggio, da bambina a donna, da prigioniera ad aiuto insostituibile, è un esempio di resilienza e del valore inestimabile della vita, da proteggere a ogni costo.
RECENSIONE

È il 1942 quando Cilka in un attimo si vede portare via l'innocenza, gli affetti famigliare e la sua anima. A soli sedici anni i suoi occhi, all'interno di quell'inferno chiamato Auschwitz, hanno visto più morti e atrocità di quanto avrebbe dovuto vedere una ragazza della sua età e per sopravvivere, Clicla ha dovuto concedere il suo corpo a quegli animali delle SS.

Sono passati tre anni, Cilka ora ha diciotto anni. Il campo è stato finalmente liberato dagli alleati, la guerra è agli sgoccioli e quella vita così dura e crudele, potrebbe finalmente diventare un brutto ricordo. A quanto pare però, il destino ha in riserbo per la nostra protagonista, ancora giorni di dolore e così invece di essere liberata e libera di ritornare nella sua Cecoslovacchia, viene accusata, visto i suoi trascorsi con gli ufficiali tedeschi e la sua abilità nel parlare altre lingue, di essere una spia e per questo viene fatta nuovamente prigioniera e costretta ai lavori forzati in Siberia per quindici lunghi anni.

In varie occasione Cilka è stata travolta dallo sconforto e dalla disperazione ma fortunatamente  l'istinto di sopravvivenza è più forte della remissione e così la ragazza riesce a reinventarsi nuovamente diventando l'infermiera del campo. Inizia così a prendersi cura degli ammalati e a lottare per loro anche se questo le causa dei dissapori con le altre donne del campo ma arrivati a questo punto, o si lotta per la sopravvivenza o si cede alla more.

Quella di Cilka è una storia dura, cruda, drammatica e commovente, che mette il lettore davanti ad uno dei fatti storici più crudeli, l'Olocausto e tutte le conseguenze scaturite. Attraverso il suo punto di vista infatti, oltre a vivere le crudeltà del presente, i lavori forzati in Siberia, avremo modo, tramite dei flashback, di ritornare in quegli anni di terrore e buio, in cui per sopravvivere, Cilka si è dovuta mettere alla mercé dei propri carcerieri.

Nonostante tutto però, Heater Morris, ci dimostra attraverso la sua scrittura, che l'uomo, inteso come essere umano, anche se ha subito l'inferno, è capace di continuare a sperare, sognare e a prostrarsi per il prossimo.
La ragazza di Auschwitz non è sicuramente una lettura semplice, ma libri così andrebbero letti spesso per ricordarci quello che abbiamo fatto e continuiamo a farci gli uni con gli altri.
Lo stile dell'autrice poi è così coinvolgente e diretto che non smetterete neanche per un attimo di soffrire o gioire per Cilka e Josie.

Perché leggere La ragazza di Auschwitz? Perché pur essendo una lettura emotiva, vi troverete tra le mani anche una storia di coraggio, speranza e resilenza qualità che spesso, pur vivendo in un periodo storico in cui siamo abitutati ad avere tutto, abbiamo dimenticato di "coltivare". 


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