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RECENSIONE AUTORE EMERGENTE: IL DIARIO DI GABRIELE MISSAGLIA

Buongiorno Gattolettori,
come tutti i giovedì eccomi qui con l'appuntamento dedicato alle recensioni della nostra Simon che oggi ci propone un libro di Narrativa molto particolare...

Il Diario
Un destino già scritto
di Gabriele Missaglia

Genere: Narrativa Distopica
Editore: Self Publishing
Pubblicazione: Luglio 2017

Che cosa fareste se vi fosse data la possibilità di conoscere il vostro futuro?
È quello che succede al protagonista di questo libro, Andrew, un broker londinese, che ha fatto carriera tanto da diventare direttore della filiale della società per cui lavora.
Un giorno, dopo essere ritornato nella casa di famiglia per passare il resto della vita con la sua bellissima moglie Phoebe, trova un diario.
Nel piccolo, e apparentemente innocuo, libro sono narrati tre episodi della sua vita. Di cosa parlano? Chi l’ha scritto? Qual è la ragione del ritrovamento?
Il desiderio di svelare la risposta a queste domande, che perseguiteranno il protagonista per tutto il corso dalla storia, cambierà in modo irreversibile la vita di Andrew, il tenue equilibrio familiare con Phoebe e il loro rapporto con Finn, un vecchio amico di famiglia che cerca di sfondare come autore teatrale.
Il ruolo che questi due personaggi avranno sulla storia arricchisce un intreccio ben ordito, fluido e dall’esito imprevedibile: uno dei rari casi in cui si può affermare che la fantasia ha superato, di molto, la realtà.
RECENSIONE

Andrew era immobile. Stava guardando con stupore l'inaspettata scoperta che aveva fatto mentre riordinava lo studio del padre. I suoi occhi squadravano un piccolo diario rosso...
Andrew, Phoebe, Finn e un diario Rosso.
Questi sono i protagonisti della storia, che si cercano, si amano, si allontanano, si riavvicinano, si fanno male.
Andrew è il Re minore degli affari, ammirato e rispettato da tutti, un bulldozer del lavoro, con una moglie bellissima, tenera, affamata d'amore, ma trascurata dal marito, incapace di accudirla pienamente, Phoebe, che si getta in un conflittuale amore con Finn, un autore visionario che alterna momenti di gloria ad un totale decadimento etico, fisico ed economico.

Un giorno Andrew entra nella casa della sua adolescenza, abbandonata da dieci anni ed è lì che comincerà il suo calvario e anche una presa di coscienza... in questa dimora, nello studio del padre perduto, trova un diario nel quale si raccontano eventi importanti della sua vita. Sembra scritto dal padre, ma le storie che si narrano sono successive alla sua morte. Come è possibile?
Come ha fatto il padre a prevedere fatti a cui non ha mai potuto assistere? Andrew è sorpreso, smarrito, preoccupato, curioso... centra il fato? Il destino? O casa altro di imponderabile e misterioso?

Andrew interrompendo la lettura, cercò di prendere fiato. Era completamente smarrito... Il racconto gli aveva gelato il sangue: stava leggendo un resoconto, preciso e dettagliato, del giorno della sua laurea. E poco importava che il nome del protagonista della scenanon era stato svelato: il protagonista era proprio lui. Suo padre, però, non poteva esserne a conoscenza. Era venuto a mancare poco tempo prima e, a rigor di logica, non ne poteva sapere nulla...
Intanto tutti gli altri personaggi, la volubile Phoebe lo squinternato Finn, sembrano procedere come delle pedine impazzite, schiave e vittime, di un loro stesso piano diabolico.
Andrew continua... continua a leggere il diario, ed è come un torrente in piena, un fulmine che lo fa riflettere sulla vera essenza delal sua vita, solo apparentemente realizzata.
"Eppure anche lui, proprio come gli altri, si prestava all'eterno gioco dell'apparenza..."

Il finale del diario infatti, sarà l'atto finale della vita di Andrew, tutto diventerà talmente spaventoso che il limite tra reltà e immaginazione, sarà annullato. Arriveranno allucinazioni da incubo: tutto si trasforma, si liquefa, tutto diventa fango, mostruoso, minaccioso, sconosciuto.

Il cuore del giovane si fermò. Il petto fu scosso da una fitta che lo stava soffocando. I suoi occhi divennero vuoti e distanti. Le pareti si sciolsero, riversandosi sulla terra come un fluido viscoso, le fiamme che davanti a lui crepitavano si erano espanse divenendo un poderoso incendio e tra le mani aveva la testa di medusa che lo fissava indifferente. Tutto fu inghiottito dall'oscurità...
Questo racconto è un continuo percorso mentale, che fà riflettere sulla vita, la morte, la materialità, l'ineluttabilità e l'esiguità dell'essere umano. I personaggi vivono uno sdoppiamento, sono in bilico: seguire il volere degli altri? Vivere dentro di se senza regole da rispettare?

La ragione o la verità?
La felicità, come dice l'autore è "alzare la testa", ribellarsi e "diventare l'unico padrone del suo destino"?
Anche il finale, cupo e angoscioso, sembra per un attimo restare in bilico, una rinascita e poi una fine, una speranza e poi... la fine della speranza.
La mia impressione è come se anche l'autore sia in bilico, tra quale via scegliere, nel romanzo, come nella vita.

Ho apprezzato la scrittura fluida, avvincente, con un bel grado di suspence, un linguaggio ricercato, ripieno di belle immagini. Essendo io, a tratti, una pessima cosmica, che Leopardi mi fà un baffo, devo dire mi ha un po' incupito, soprattutto il finale, quindi consiglio di leggere questo romanzo, ma conservando una giusta dose di leggerezza come spunto di riflessione costruttiva!!






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