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LE ACCHIAPPAVIP... DONATO CARRISI


Buongiorno readers,
come state? Non so da voi ma qui a Roma sembra ritornato l'inverno... tra pioggia e tramontana altro che l'arrivo della Primavera! Oggi però neanche il tempo può intaccare la mia felicità e la mia  euforia... volete conoscerne il motivo? Finalmente uno dei mei tanti piccoli sogni si è avverato!
Sono infatti riuscita ad ospitare sul mio piccolo spazio virtuale un grandissimo scrittore, che non nascondo essere, uno dei mie preferiti. Ecco a voi l'intervista al genio del male "Donato Carrisi" ma un ringraziamento speciale va a Tommaso della Longanesi.

LE ACCHIAPPAVIP... DONATO CARRISI


Come mai dopo 10 anni ha sentito il bisogno di dare un seguito al Suggeritore?

Dieci anni fa ho scritto il Suggeritore che partiva da un articolo di criminologia, un serial killer subliminale che pur non avendo alcun contatto con le vittime riesce ad ucciderle manipolandole. Dopo dieci anni ho sentito il bisogno di scrivere il seguito di Il Suggeritore perché sentivo di avere una storia da raccontare, avevo qualcosa che volevo dire. Mi sono domandato se c’era un nuovo territorio per i suggeritori e l’ho trovato nella rete. Se in passato i serial killer dovevano individuare la vittima studiarla sedurla e trovare il modo di ucciderla, ora tutti questi elementi li forniamo noi attraverso un profilo di social network, si potrebbe dire che abbiamo semplificato la vita ai mostri. Con la rete siamo tutti più esposti.

Perché secondo Lei ci affascina così tanto il racconto del Male? Considerando poi che sono una divoratrice di thriller..

Siamo soggetti alla seduzione del male perché tutti, chi più chi meno, ne possediamo una parte. C’è questo legame ancestrale fra la nostra natura e il male assoluto. È un’ombra pulsante, che non resiste al richiamo del suo genitore. Ecco perché, a volte, ci sentiamo attratti da ciò che invece dovrebbe inorridirci. Per fortuna, scattano dei meccanismi che ci fanno ritrarre in tempo dal baratro che si spalanca sotto di noi. Alcuni, però, non resistono alla voce del vuoto. Non possiamo perciò fare una distinzione netta tra bene e male nella vita così come nel romanzo. Per questo preferisco sempre mischiare un po’ i ruoli; nelle mie storie non ci sono mai buoni né cattivi ma soprattutto nessuno è innocente.

Quali sono i punti fondamentali che non devono mai mancare in un thriller psicologico?

La sfida col lettore è fondamentale. Nel mio caso, la cosa strana è che nessuno riesce a immaginare il finale del romanzo, eppure le risposte sono lì, davanti agli occhi di tutti. Perché è fondamentale non barare mai con il lettore. Bisogna fornirgli tutti gli elementi per giungere a una soluzione anche in anticipo. Il gioco sta nel saper celare l’evidenza… Il secondo ingrediente è il ritmo dell’azione. È una cosa che ho imparato dai grandi maestri del genere. Dan Brown e Jeffery Deaver sono incredibili in questo! Il thriller è una partitura. È come se all’inizio di ogni capitolo ci fosse una chiave di violino. Tutto deve avere una cadenza, una musicalità. Il lettore non deve staccarsi dalla pagina. Il terzo ingrediente è il finale. Un thriller è un viaggio misterioso che, però, reca la promessa di una meta. Se si viene meno a questo impegno, allora si tradisce il lettore.

Sono impressionanti i dati che ha fornito nei video per la promozione del suo ultimo libro, Il gioco del Suggeritore...
Quasi sei ore e otto minuti, è il tempo medio che ogni italiano dedica giornalmente alla navigazione in rete. E' veramente allucinante! Giro ora a lei la stessa domanda... Se scomparisse Internet, quanto Le mancherebbe?

Sei ore e otto minuti è il tempo medio che ogni italiano dedica giornalmente alla navigazione in rete. Ogni minuto sono 973.000 gli accessi su Facebook, 38 milioni i messaggi su Whatsapp, 187 milioni le mail inviate, 4,3 milioni di video visualizzati su Youtube, 38 milioni di messaggi tra più di 2,5 miliardi di persone nel mondo. Il senso di controllo e protagonismo che Internet ci dà l’illusione di provare è solo uno dei lati oscuri di questo cosmo creato dall'uomo. In realtà siamo solo dei figuranti.
Se scomparisse Internet torneremmo a vivere nel mondo reale che, fino a pochi anni fa, era l’unico ad essere vissuto.

In quanto tempo hai scritto questo storia? Come ci hai raccontato a Tempo di Libri anche per Il gioco del Suggeritore ha costruito la storia partendo prima dal finale?

Ho scritto Il Gioco del Suggeritore all’incirca in un anno. Mi sono sempre rifiutato di far tornare in scena un suggeritore, anche perché quell’esordio è stato così potente che rischiavo molto. Però l’idea è arrivata all’improvviso, come accade di solito: l’ho approfondita, ho studiato parecchio, è emerso un nuovo territorio di caccia per il suggeritore. A quel punto tutto ha preso forma. Io comincio sempre a scrivere dalla fine. Ragiono come un lettore: i libri che mi piacciono sono quelli di cui mi ricordo il finale e la stessa cosa mi capita con i film.
DONATO CARRISI

Donato Carrisi è nato nel 1973 a Martina Franca e vive a Roma. Dopo aver studiato giurisprudenza, si è specializzato in criminologia e scienza del comportamento. È regista oltre che sceneggiatore di serie televisive e per il cinema.

È una firma del Corriere della Sera ed è l’autore dei romanzi bestseller internazionali (tutti pubblicati da Longanesi) Il suggeritore, Il tribunale delle anime, La donna dei fiori di carta, L’ipotesi del male,Il cacciatore del buio,Il maestro delle ombre, L’uomo del labirinto, Il gioco del suggeritore e La ragazza nella nebbia, dal quale ha tratto il film omonimo con cui ha vinto il David di Donatello per il miglior regista esordiente.

4 commenti

  1. Ciao Sonia! Complimenti, bellissima intervista :)

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  2. Bella intervista e complimenti perché Donato Carrisi è uno degli scrittori più importanti del panorama italiano!
    Lessi il suggeritore diversi anni fa, mi fu consigliato da un'amica..apprendo qui da te che ha scritto il seguito.D
    Dovrei leggerlo, ma prima fare una rilettura del suggeritore!
    Se scomparisse Internet...sarebbe una dramma, perché oramai tutto il mondo gira intorno a Internet..pensa al lavoro.
    Ma ogni tanto qualche blackout è salutare: come successo ieri :).
    Sai riflettevo su un altro blog qualche tempo fa.
    Internet va a coprire certi momenti che altrimenti dedicheremmo a pensare a noi...a fare delle riflessioni personali.
    Tipo: alle poste, quando si è in coda, si occupa il tempo navigando sul cellulare.
    Io talvolta esco senza cellulare.
    E cosa faccio alle poste?
    Guardo gli altri presenti, mi immagino cose, oppure penso a ciò che dovrò fare nel pomeriggio, a ciò che ho fatto ieri...
    Ecco, cosa è meglio?
    Magari quei cinque minuti li passiamo a salutare un amico su whatsapp ed è una cosa bella.
    Però ci toglie il gusto di quei momenti in cui..siamo solo noi.
    Di sicuro i social network stanno portando più cose negative che positive, secondo me...bufale, propagande, sfoghi di cattivo gusto.
    Poi è come dice Carrisi: un serial killer oggi potrebbe monitorare benissimo le proprie vittime.
    E ti dirò di più.
    Avviene veramente con i ladri!
    Per lavoro parlo spesso con ufficiali di Polizia e Carabinieri.
    Mi dicono che i ladri siano molto abili a utilizzare i social per i loro furti.
    L'esempio più banale: se io scrivo "domani parto per il weekend in Umbria", è un'indicazione piuttosto chiara. Se lunedì parto per le vacanze e giovedì metto le foto su Facebook, poi rispondo a un commento "ah torno a casa domenica sera", qualcuno potrebbe...
    Ora non sto facendo allarmismo, sia chiaro, perché non è che a un ladro da una pagina Facebook ricostruisce indirizzo e tutto ciò che serve per pianificare un colpo..però un po' di prudenza serve.
    Mi sono un po' allungato nel commento.

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    Risposte
    1. Concordo con tutto quello che hai detto soprattutto perchè la nuova generazione a causa di internet e i social, non sa neanche cosa vuol dire giocare in strada a nascondino o a calcio... ormai non sanno neanche cosa vuol dire apprezzare le piccole cose! Sogni nel cassetto: diventare influencer o youtubers famosi!

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