. IL TRONO DI PELLICOLE: ROBIN WILLIAMS 1952-2014 - Il Salotto del Gatto Libraio IL TRONO DI PELLICOLE: ROBIN WILLIAMS 1952-2014 - Il Salotto del Gatto Libraio

Fumettilandia

Cinegatto

LeacchiappaVip

IL TRONO DI PELLICOLE: ROBIN WILLIAMS 1952-2014

Buongiorno readers,
il 21 Luglio 1951 fa nasceva a Chicago uno dei più grandi artisti del nostro millennio. Sarebbe inutile ricordarlo per l’anniversario della sua morte, perché quello che ci ha lasciato va molto oltre la sua scomparsa. Peter Pan, Doubtfire, Cronauer, Keating, Mork, Adams, Genio, sono solo alcuni dei personaggi che ci sono rimasti nel cuore. Ognuno di loro interpretato con la comicità velata di malinconia che ha sempre caratterizzato Robin Williams.

Oggi non parleremo dei suoi successi più grandi, quelli li conosciamo tutti. Vi raccontiamo delle sue performance spesso sottovalutate, che speriamo alla fine di questo articolo avrete voglia di vedere, per conoscere appieno il genio di Robin Williams.



Mosca a New York (Moscow on the Hudson) - regia di Paul Mazursky, 1984   
In una Russia priva di libertà, in cui le giornate sono gestite dalle forze che tengono sotto controllo la popolazione, razionando viveri e beni di prima necessità e limitando la libertà, il sassofonista Vladimir sogna di poter sfuggire a tutto questo, di dare dignità a sé stesso e alla sua passione per la musica. Come figure spente in fila per la carta igienica, i cittadini sembrano aver perso ogni forma di ribellione, tranne il nonno di Vladimir che dal salotto di casa sua grida davanti alla tv “I nostri leader sono solo buoni a fare le parate”. Approfittando di un viaggio a New York organizzato dal circo in cui lavora, Vladimir chiede asilo politico scatenando l’interesse di presenti e televisioni di tutto il paese. La città in cui si trova è troppo grande, esagerata, folle, ma ognuno è libero di essere chi vuole, e questo è quanto basta a Vladimir per voler vivere qui. Il sogno americano dura poco, però: ben presto scopre che quella offerta da New York è una finta libertà. È costretto a guadagnarsi da vivere accettando i lavori più umili, mettendo da parte il suo talento. “Questa è libertà? Questa è falsa libertà. Dove sono i poeti?”. Che Williams sia sempre stato un trasformista, abile nei più disparati accenti, questo si sapeva. Ma sentirlo parlare in russo per buona parte del film lascia a bocca aperta. Il consiglio è di vedere Mosca a New York in lingua originale, e assaporare ogni battuta, ogni sfumatura e ogni tematica che mai sembra essere più attuale.    

Al di là dei sogni (What dreams may come) - regia di Vincent Ward, 1998   
Riuscite a immaginare la Divina Commedia di Dante rappresentata nel più bel quadro da voi mai visto? Al di là dei sogni è proprio questo, un’emozione per gli occhi e per il cuore. Si stringe un nodo in gola nel ripensare alla bellezza dei suoi colori e del suo messaggio di speranza e di amore. Ci siamo sempre chiesti cosa c’è oltre la vita; questo film prova a rispondere, senza nascondere la verità del dolore che ci accompagna sia durante la vita che dopo la morte. Non promette necessariamente il lieto fine, ma concretizza una coscienza che regna sovrana nel destino e che è frutto delle nostre scelte. Seppur cupo e drammatico, il film ha una visione dell’amore talmente potente da lasciare spiazzati. Chris e Annie sono insieme da sempre, si amano e tutto sembra essere perfetto. Fino al giorno in cui perdono i loro figli in un incidente stradale e, quattro anni dopo, Annie perde Chris. Lui si ritrova in uno dei dipinti della moglie, che inizialmente pieni di luce e colore si perdono nel cupo malessere di lei, che non riesce a superare il lutto. Il loro legame instaura una connessione che sembra inspiegabile, eppure esistente anche tra mondi così lontani. Chris dovrà imparare a conoscere la sua nuova vita, e spezzare le regole per andare a riprendere – letteralmente – Annie dall’inferno. Williams ha sempre detto che questa pellicola è stata la più impegnativa della sua carriera, dichiarando che: “Lavorare a quel film è stato come farmi operare a cuore aperto con un cucchiaio tutti i giorni”. All’epoca il film non ha riscosso grande successo da parte del pubblico, che voleva solo vedere lo spassoso comico dei precedenti film e delle stand up comedy. Questa non curanza per uno dei titoli che Williams ha sempre avuto più a cuore, lasciò un segno nell’attore che voleva mostrare la vera origine del suo talento: una infinita sensibilità che trae le sue radici dall’animo delicato, insicuro e solitario della sua persona. 
Il papà migliore del mondo (World’s greatest dad) - regia di Bobcat Goldthwait, 2009   
Lance Clayton è un’insegnante di inglese dalle spiccati doti di scrittura. Scrive dei romanzi a cui nessuno dà la giusta attenzione, ed è considerato da colleghi e studenti una nullità. Suo figlio Kyle è un quindicenne ossessionato dal sesso, il primo a considerare il padre un fallito e a non avere alcun rapporto con lui, se non per denigrarlo. Nonostante questo, Lance è gentile con tutti, si mette in disparte e cerca di non dar fastidio. Fino alla sera in cui il figlio muore accidentalmente soffocato dalla corda usata in uno dei suoi giochi erotici. Lance è distrutto dal dolore e l’ultima cosa che vuole è che suo figlio venga ricordato così. Inscena il suo suicidio, scrivendo per lui una lettera in cui accusa la società di indifferenza e cattiveria che lo hanno portato al gesto estremo. Improvvisamente Kyle è un eroe per i suoi ex compagni di scuola e insegnanti, che fino al giorno precedente lo consideravano un ragazzo stupido e non degno di attenzioni. Lance vive la trasformazione intorno a lui sfruttando l’occasione per dare sfogo alla sua vena creativa scrivendo un presunto diario a nome di Kyle. L’escalation di bugie lo sovrasta fino ad un finale intelligente e degno di riflessione. In questa fotografia della società di oggi, Williams racconta come si idolatri tutto e niente, come altrettanto insensatamente e velocemente tutto – persone comprese – passino di moda; come questo possa distruggere la psiche, nel quotidiano “non vedere” della gente. 
Boulevard - regia di Vito Montiel, 2014   
Ultimo film di Robin Williams che con la sua magistrale interpretazione sembra incredibilmente fare il punto di tutta la sua carriera e vita. Nolan Mack è un sessantenne con una vita ordinaria, un matrimonio tranquillo, un lavoro in banca. Ogni giorno scorre inesorabile allo stesso modo, fino all’incontro con Leo, un ragazzo in cerca di soldi anche in cambio di sesso occasionale. Ma Nolan non vuole questo. Si sente attratto dal ragazzo, ma il suo amore è platonico. Vuole parlare, raccontare e farsi raccontare la giornata, aiutarlo, sentirlo. Tutto questo porta alla fine delle menzogne di una vita, alla rivelazione del reale orientamento sessuale da parte di Nolan alla moglie Joy, rendendo evidente il fatto che l’uomo ha sempre vissuto nella repressione e nella gabbia dettata dalla paura e da una società che lo voleva diverso. È finalmente libero, nonostante il caro prezzo che ha dovuto pagare. Anche in questo caso il conflitto interiore di Williams uomo viene fuori nel Williams attore, regalandoci una performance che sembra sempre più lontana dalla finzione.


Qualunque fosse il peso che portava dentro Williams non ha mai nascosto di sentirsi quasi sempre fuori posto e di riuscire a trovare il suo spazio solo sul palco (ancor più che sullo schermo). La sua intelligenza e velocità di pensiero erano molto più in là del comune, tanto da stupire colleghi, amici, parenti e chiunque avesse l’onore di incontrarlo. Il suo cuore era grande e la sua unica preoccupazione era regalare un’emozione. Che fosse una risata, una lacrima o una riflessione. Ci sono tantissime altre interpretazioni di cui varrebbe la pena parlare, e se vorrete saperne di più su questo artista straordinario lo faremo. Nel frattempo, speriamo di avervi dato una prospettiva più ampia qualora vedrete i film sopracitati. Sempre e comunque, grazie Robin.




4 commenti

  1. Robin Williams lo si adora in ogni film, compresi quelli mediocri ;)

    RispondiElimina
  2. Ciao Sonia, eccomi qui!
    Mi piace questo blog, è allegro e molto interessante: complimenti.
    Robin Williams è stato un uomo straordinario e un grande attore, se ci pensi il suo potenziale c'era già ai tempi di Mork e Mindy.
    Amo tutti i suoi film, anche quelli meno noti, ma in particolare porto nel cuore Jack con il suo grande, profondo messaggio.
    Ti abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Francesco grazie mille per essere passato e grazie per i complimenti :-)
      Vero Robin William rimarrà per sempre un grandissimo e immenso attore.

      Elimina

Powered by Blogger.