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RECENSIONE: MADAME CLAUDEL E' IN UN MARE DI GUAI DI AURELIE VALOGNES

Buongiorno readers,
dai che oggi finalmente è venerdi e si prospetta un super week end fatto letture e tanto riposooo...
Qui a Roma tra l'altro è anche una splendida giornata dove il Sole è tornato a regnare speriamo che si mantenga così anche nel week end.
E visto che oggi siamo in allegria sono qui per parlarvi di un libro molto carino che già da oggi lo potete trovare in libreria?

Madame Claudel è in un mare di guai
di Aurèlie Valognes
                                               
Genere: Narrativa
Editore: Newton Compton Editori
Prezzo: € 9,90 (ebook € 4,99)

Ferdinand Brun ha 83 anni, vive al numero 8 di Rue Bonaparte, ed è un uomo antipatico. Sfortunato dalla nascita - ha perso la mamma e la nonna quando era ancora piccolo -, è cresciuto nel risentimento, diventando introverso e taciturno. Purtroppo con il passare degli anni è addirittura peggiorato e così la moglie lo ha mollato di punto in bianco scappando con il postino, mentre la figlia e il nipotino sono andati a vivere addirittura dall'altra parte dell'oceano. Rimasto solo con la cagnolina Daisy, unico essere vivente degno del suo affetto, Monsieur Brun ha deciso di disertare il genere umano e di ridurre al minimo i suoi contatti con gli altri, compresi quelli con la portinaia, la detestata signora Suarez. Gli inquilini del condominio lo evitano come la peste e cominciano a girare strane voci su di lui: c'è chi lo considera un vecchio matto, chi addirittura pensa che sia un serial killer. Un infausto giorno, la cagnolina Daisy muore e la settimana dopo Monsieur Brun rimane vittima di un incidente. Tutto è contro di lui, e quando la figlia lo mette di fronte all'ipotesi dell'ospizio, non gli resta che accettare l'aiuto di Madame Claudel, un'arzilla signora di novantatré anni, che abita al secondo piano. Ma sarà l'arrivo della piccola Juliette, figlia dei nuovi condomini, l'unico evento in grado di scalfire il muro di diffidenza e scontrosità che il vecchio ha costruito intorno a sé...
 
Recensione

"Madame Claudel è in un mare di guai" è stata una lettura veramente piacevole e divertente anche se secondo me, dietro l'ironia del romanzo, si nasconde anche un velo di drammacità. La storia inizia con la presentazione del suo protagonista principale, Ferdinand Brun, un 83enne bisbetico e antipatico. Con il fatto che sia nato sotto la stella di un venerdì 13, è convinto che la vita per lui riserverà solo ingiustizie e per questo cresce con il risentimento verso il mondo esterno e peggio verso le persone. Con il passare degli anni poi questo approccio alla vita così negativa e il suo carattere irrascibile non fanno che peggiorare, motivo per cui sia la moglie che la figlia, si allontanano da lui. Se ve lo dovessi descrivere con un cartone animato penserei subito al Brontolone dei Puffi o a Ebenezer Scrooge in Canto di Natale non so se sono riuscita a rendervi l'idea del personaggio.
A questo punto della sua "veneranda" età, l'unico essere vivente per cui nutre un briciolo di sentimento rimane il suo cane Daisy, un alano gigante regalatogli anni fa da quella moglie che ha preferito scappare con il postino piuttosto che rimanere al suo finaco. Nel momento in cui però che Daisy viene a mancare, Ferdinand si sente definitivamente abbandonato e per questo, decide di togliersi la vita.

"Giusto, tanto vale risparmiarsi di vivere. Economizziamo tutto, anche i sentimenti, 
già che ci siamo" 
Juliette

Il destino però ha in serbo altro per Mr. Brun, non asseconderà i piani omicida dell'anziano ma anzi, porterà nella sua vita una ventata di aria fresca sotto la forma di un uragano di bambina, Juliette.
La freschezza e la dolcezza di questa bambina di 10 anni infatti, la porteranno a trovare un'apertura in quella che ormai è diventata una dura scorsa da scalfire. Ferdinad o vegliardo come l'autrice ama apostrofarlo, riuscirà ad abbandonare il suo status "depressivo" e a interagire nuovamente con le persone come la sua dirimpettaia Beatrice Claudel, un vulcano di vecchietta sempre indaffarata e pronta ad aiutare il prossimo.


Come vi dicevo in apertura però in questo romanzo non ho notato solo dell'ironia o del divertimento ma anche tanta drammaticità, sottolineando così lo status di molti anziani che oggi giorno si sentono abbandonati, depressi e soli.

Ferdinand infatti sembra uno dei tanti vecchietti che vengono abbandonati a se stessi perchè ormai la società e la vita hanno preso un'altro ritmo e nonostante faccia sorridere quando parla dell'incapacità di usare facebook o skype, da una parte mi rattrista pensare che, chi non riesce a stare al pari con la tecnologia, in qualche modo si vede tagliato fuori dal mondo.
L'autrice dal canto suo è molto brava a fornirci entrambi gli esempi, nel senso che da una parte abbiamo Ferdinand che come detto, vive in solitudine avendo escluso dalla sua vita tutto, dall'altra invece c'è Madame Claudel (la dirimpettaia) che pur di stare al passo con i tempi, (ricordo che è un'ultra novantenne) mantiene le sue giornate sempre occupate e si diverte a dilettarsi fra tutti i social per rimanere a contatto con la sua famiglia.
Ci viene fornita anche una visione di mezzo, quella della portinaia malefica, la signora Suarez, che tanto farà penare il nostro Ferdinand. Madame Suarez infatti mi ricorda uno dei personaggi di Pirandello che, non accettando la vecchiaia, tra l'altro ha superato solo la soglia dei cinquantanni, continua a vestirsi e a truccarsi come una giovane donna. Concludendo quindi ci viene fornito un quadro in cui Ferdinand è il classico anziano che ha smesso di vivere, Madame Claudel che avendo accettato la vecchiaia, vive al meglio ogni giorno come fosse l'ultimo e Madame Suarez invece che sembra voler fermare il tempo. Immaginate... come andrà a finire?

Leggere questo libro, è stato un po' come vedere un film di Benigni, in cui attraverso la sua comicità e la sua ironia ci ha accompagnato a scorgere temi più elevati e importanti.
Consiglio quindi veramente a tutti di leggere questo piccolo "capolavoro" francese anche se si meriterebbe un appunto per la scelta del titolo che può fuorviare il lettore.
Personalmente io lo avrei intitolato "Mr. Brun e quel vulcano di Juliette".

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