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RECENSIONE: LIE4ME PROFESSIONE BUGIARDA DI MARIACHIARA CABRINI

Buongiorno miei cari, oggi il mio spazio per gli Autori Emergenti è dedicato ad una simpaticissima autrice Mariachiara Cabrini.

LIE4ME
Professione Bugiarda
di Mariachiara Cabrini
Proprio come l'Alice del Paese delle Meraviglie, anche Alice Schiano ha un'irrefrenabile fantasia e decide di sfruttarla per inventarsi un lavoro alternativo. La sua missione è migliorare le vite altrui... una bugia alla volta. Vuoi mollare il tuo fidanzato ma non vuoi farlo di persona per non vivere un'esperienza spiacevole? Vuoi fare bella figura con il capo, sbarazzarti di una rivale, conquistare un collega? Alice è la donna che fa per te! Non c'è nulla che non possa risolvere grazie alla sua parlantina, e non prova mai rimorsi per ciò che fa, perché mentire paga, e bene! I servizi della sua agenzia sono richiestissimi, gli affari vanno alla grande e anche la vita sentimentale scorre liscia come l'olio, forse proprio perché racconta un bel po' di bugie anche al fidanzato. Finché qualcuno non fa saltare in aria la sua auto. Chi è stato? Alice non intende restare con le mani in mano ad aspettare che la polizia scopra il colpevole. Tanto più che collaborare con l'ispettore Donati, uomo affascinante quanto irritante, potrebbe portare a risvolti inaspettati. In tutti i sensi.


Questa è la sua intervista

Ciao Mariachiara perché non mi parli un po’ di te?
Ciao! Salve a tutti, mi chiamo Mariachiara Cabrini e sono nata a Mantova nel 1982. Sono una lettrice accanita fin da piccolissima (mi definisco una lettrice compulsiva) e, durante gli anni del liceo, ho iniziato anche a dedicarmi alla scrittura, cercando di dare sfogo alla mia fin troppo fervida fantasia. Sono laureata in Storia dell’arte e lavoro in un ente pubblico allo sportello anagrafe, ma nel tempo libero porto avanti il mio hobby della scrittura e ormai da nove anni gestisco un blog dedicato alle mie letture: “L’arte dello scrivere… forse” con il nick name di Weirde. Leggo in lingua originale in inglese da diversi anni e questo mi ha permesso, e mi permette tutt'ora, di leggere serie inedite o rimaste incomplete in Italia. Mi piace molto il genere urban fantasy, che ho scoperto grazie al telefilm Buffy, e tra le autrici che per prime mi hanno fatto innamorare di questo genere, oltre ai pilastri Anne Rice e Laurell K. Hamilton, devo citare assolutamente Christine Feehan e Keri Arthur. A onor del vero però leggo un po’ tutti i generi anche se quelli che preferisco sono il fantasy, l’urban fantasy, il giallo storico, il romance storico, il paranormal, lo steampunk e lo sci-fi. Il mio mito è Jane Austen, mentre tra le scrittrici contemporanee i miei miti sono Mary Balogh e Lois McMaster Bujold. Adoro le trame anticonvenzionali, i vampiri e i romanzi con eroine non bellissime, ma sorprendentemente in gamba. Odio gli zombie, ho provato un sacco di volte a leggere libri con zombie, ma proprio non mi piacciono, anche se la trama mi attira il fattore bleah degli zombie annulla tutto.


Quando hai cominciato a scrivere? Qual è il tuo primo romanzo? E qual è stata l’idea che gli ha dato vita?
Ho sempre amato leggere a quanto ricordo, mio padre mi rinfaccia ancora che da piccola ed ancora incapace di leggere da sola pretendevo mi leggessero e rileggessero le favole ancora e ancora senza mai stancarmi. Poi alle elementari cominciai a scrivere delle storie mie, conservo ancora sei o sette quaderni pieni di storie, non ho ancora avuto il coraggio di riprenderli in mano, però. All'inizio erano tipo dei copioni che mettevo in scena per le mie barbie, poi dei copioni per i personaggi dei cartoni, insomma mi piaceva l'idea di comandare ai personaggi e dire loro quello che dovevano fare.
Poi l'adolescenza mi ha zittita e solo alle superiori ho ripreso a scrivere e a 17 anni è nata la prima bozza embrionale di Imprinting love, che però allora si intitolava Quello che vuoi. Poi dopo aver aperto il mio blog nove anni fa ho trovato il coraggio di iniziare a scrivere sul serio. Ad oggi ho pubblicato i romanzi: Imprinting love (Zerocentoundici Editore, 2010), La Fiamma del destino (Lulu.com editore, 2011), Le rocambolesche avventure di una lettrice compulsiva (Ilmiolibro.it, 2012), I colori della nebbia, scritto a quattro mani con Francesca Cani (Harlequin Mondadori,2013) e Lie4me Professione Bugiarda (Harlequin Mondadori, 2015). Ho anche scritto numerosi racconti che possono essere letti liberamente sul mio sito:http://writtenbyweirde.altervista.org/racconti/

Ci sono autori classici o molto noti che credi abbiamo influenzato, in qualche modo, il tuo stile? 
E’ difficile rispondere. Io leggo molto, da sempre. Leggo veramente tanti libri all'anno. Ero la disperazione di mia madre, che doveva finanziare la mia passione. Ora causa lavoro e scrittura, leggo un po' di meno, ma quando studiavo la mia media era di circa due/tre libri a settimana. Perciò ho letto tantissimi autori. Ho la casa piena di libri e se non fossi passata agli ebook non so come avrei potuto fare. Amo in modo particolare la fantascienza, il fantasy, e i romanzi storici, meglio se con un tocco di romanticismo, e ho avuto parecchie fasi, la fase Isabel Allende, Banana Yoshimoto, Asimov, Jane Austen e molte altre. A volte mi capita di chiedermi: sarei una persona diversa se non avessi letto quel libro a quell'età? Se non avessi mai letto ad esempio Padiglioni lontani di M. M. Kaye avrei lo stesso carattere che ho oggi? Ciò che leggiamo ci forma, ci plasma e ci cambia e non riesco proprio ad immaginare chi sarei se non avessi letto tutto ciò che ho letto, perciò immagino di poterti rispondere che tutti gli autori che ho letto mi fanno scrivere come scrivo oggi...in un certo senso. Certo ci sono autrici che nel carattere delle loro trame sento più vicine, tipo Amanda Quick, che stilisticamente forse è quella a cui mi ispiro di più, perché sono consapevole che non sono in grado di poter aspirare allo stile di Mary Balogh o Lois MacMaster Bujold, due scrittrici veramente eccelse, a mio avviso, che io amo particolarmente, ma che sono troppo al di sopra delle mie attuali capacità.

Cosa vuol dire scrivere? 
Per me scrivere è principalmente uno sfogo. Ho in testa tante storie, nate da sogni o semplicemente da me stessa e dalla mia vita (lavorare a uno sportello pubblico ti mette a contatto con tante persone e tante realtà) e se non scrivessi, la testa mi scoppierebbe. Diventare scrittrice non è stata una scelta consapevole, ma un bisogno. Pubblicare ciò che scrivevo invece è stato ben più complicato. Il coraggio mi è arrivato solo dopo anni, spinta da un concorso Mondadori e solo grazie al mio blog, che mi aveva già fatto provare l’ebrezza di veder giudicato dagli altri ciò che scrivevo. Cosa non sempre piacevole…eppure ne vale la pena. Pubblicare il tuo primo libro ti da una sensazione unica
Ricordo ancora che mi sentivo come se mi fossi tolta un macigno dalle spalle eppure al tempo stesso il terrore di esporlo agli altri mi attanagliava.....mi sentivo come una madre che accompagna il figlio al primo giorno di scuola felice di vederlo cresciuto, ma spaventata dal distacco e da ciò che può succedere al suo bambino cosa gli altri potranno fargli e dirgli.... e la tempo stesso ero felice.

Vuoi dire qualcosa agli scrittori emergenti come te?
Oddio, anche io lo sono perciò direi: anche io sono sulla vostra stessa barca perciò vi capisco. Non arrendetevi e anche se vi diranno che non avete talento o non andate bene per loro continuate a scrivere, poiché non si scrive per orgoglio o superbia o per mangiare, ma per raccontare, perciò finché avrete storie da raccontare voi scrivete.
Detto questo, la prima regola per scrivere un libro decente è ricontrollare e rileggere fino alla nausea, farlo leggere ad altri, lasciare passare del tempo e rileggere ancora e ancora. E poi leggere tanto e prendere ispirazione ai libri letti, per scrivere sempre meglio.

Qual è il libro che ti ha lasciato un segno?
Altra domanda parecchio difficile. Ogni libro ci forma. Io non sarei chi sono oggi se non avessi letto Piccole donne, forse non scriverei se non avessi letto Jane Austen e forse neppure leggerei libri di fantascienza e fantasy se alle medie un professore non mi avesse fatto leggere Il signore degli anelli e alle superiori una professoressa mi avesse consigliato di leggere Hyperion di Dan Simmons. Senza libri saremmo gusci mezzi vuoti. Che tristezza infinita. Per questo non capisco chi non legge
Quindi per rispondere alla tua domanda, direi che tuti i libri che ho letto hanno lasciato il segno, ma alcuni in particolare li ricordo e li rileggo sempre con un piacere particolare. La mia top ten comprende L’onore dei Vor di Lois Bujold, Codice cinque di J. D. Robb, Gli amanti dello scandalo di Robin Schone, Padiglioni lontani di M. M. Kaye, Lo specchio dei sogni di Stephen R. Donaldson, Focolari di pietra di Jean Marie Auel, Le luci di Atlantide (e La torcia) di Marion Zimmer Bradley, Un gioiello raro di Mary Balogh, Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, Il cavaliere d’Inverno di Paullina Simons e Prepotente è il desiderio di Sharon e Tom Curtis.
Mentre all’interno del genere paranormal romance i miei undici libri preferiti (non sono riuscita a ridurli a 10) sono: Moon called di Patricia Briggs, Dime Store Magic. Il destino di una strega di Kelley Armstrong, Porpora di J. R. Ward, Death dance di Laurell K. Hamilton, Vieni da me di
Christine Feehan, Scelti dalle tenebre di Anne Rice, Caressed By Ice di Nalini Singh, Shadow touch di Marjorie Liu, Oracle’s Moon di Thea Harrison, La stirpe di Meljean Brook, Il dardo e la rosa di Jacqueline Carey


Lie4me è il tuo primo romanzo? Qual è stata l’idea che gli ha dato vita? 
Lie4me professione bugiarda è il mio quinto romanzo pubblicato, ma ogni volta è come la prima volta. L’idea per la sua trama risale al 2012 quando, navigando su internet, scoprii per caso un concorso piuttosto anomalo. Si trattava dell'iniziativa ‘Scrivi un film per Geppi Cucciari’ promossa da Bottega Finzioni - la scuola di narrazione fondata a Bologna da Carlo Lucarelli, L’obiettivo era quello di trovare un soggetto per un nuovo film con Geppi Cucciari.
La partecipazione all'iniziativa era gratuita e le parole dell'attrice, riportate su un giornale online, mi convinsero a tentare a partecipare anche se non sapevo nulla di sceneggiatura. Dopotutto volevano solo descrivessi in poche righe l'idea per un film, e se c'è una cosa che non mi manca è la fantasia, perciò perché non tentare?
“La scuola di scrittura di Carlo Lucarelli mi ha proposto una cosa bellissima – affermava Geppi Cucciari - e cioè di provare a far scrivere ai futuri allievi dei soggetti di film per me. Devo dire che l’idea di collaborare con dei giovani, in un momento in cui mancano più le occasioni che i talenti, è una cosa che mi fa molto piacere. Per cui se avete un’idea, un soggetto di un film che pensate possa andare bene per me, voi mandatelo. Vorrei una storia che faccia ridere ma non soltanto. Vorrei una storia in cui ci si riconosca ma non troppo perché sognare rimane una cosa importante quando si va al cinema. Se poi avesse un retrogusto amaro sarebbe davvero la sceneggiatura ideale perché nella vita niente ha soltanto un colore. ”
Riflettendo sulle parole di Geppi, sui suoi ruoli comici e su ciò che io avrei voluto vedere al cinema, mi venne la stramba idea di una storia la cui protagonista mentiva, non per natura, divertimento od opportunismo, ma seriamente per lavoro, e questo la portava ad avere una serie di avventure ridicole, ma al tempo stesso significative per una sua crescita durante il film. Sarebbe stata una storia con una morale, nonostante la protagonista all'inizio avrebbe avuto una moralità atipica, e decisi di intitolare il mio soggetto: L'aggiustatrice di vite.
Diciamo che l’ispirazione mi è venuta un poco dal Dr. House e dal suo mantra: tutti mentono, un po’ dalla mia esperienza di sportellista che mi ha fatto scoprire che effettivamente le bugie sono all’ordine del giorno, per abitudine spesso più che per bisogno, e poi dai libri di Stephanie Plum della Evanovich.
Inutile dire che non vinsi il concorso, ma l'idea mi ronzava troppo in testa per non svilupparla. La protagonista era lì che scalpitava pronta a vivere le sue avventure e non accettava di essere frenata, così in poco più di un mese buttai giù tutta la sua storia. Il primo libro almeno, poiché in realtà avevo già in mente una trilogia a lei dedicata e le bozze per i due seguiti sono già sul mio computer.


Ti ha aiutato l’utilizzo dei social network per la promozione del tuo libro?
Spero mi stia aiutando, purtroppo quando è la casa editrice che ha in mano il libro, solo a fine anno, e dopo un anno dall’uscita, si ha accesso ai dati ufficiali delle vendite, quindi in realtà non so come stia andando. Cerco di darmi da fare come posso, ho organizzato un blogtour con giveaway, una pagina facebook del libro e persino un evento di nail art legato al libro, spero mi aiuti. Il fatto che il romanzo sia solo in ebook purtroppo non aiuta tantissimo, conto molto sul passaparola della gente e l’aiuto degli altri blogger. Incrociamo le dita. Se potete parlatene in giro.


Stai lavorando a qualche altro romanzo? 

Sì, ho sempre in ballo un casino di progetti! Al momento però sto cercando di concentrarmi sui due seguiti di Lie4me che ho già abbozzato.



Se ora avessi dinanzi a te un quaderno pieno di righe vuote, cosa scriveresti?

Sono un paio di giorni che mi ronza in testa l'idea per un racconto su una coppia sposata che ha incautamente deciso di partecipare a una caccia al tesoro stile reality in giro per il mondo. 
“Ricordami ancora una volta perché diavolo hai deciso che partecipare a questa pazzia sarebbe stata una buona idea! E soprattutto perché io, cretino, ti ho ascoltato!?!” 
“Non c'è alcun bisogno di urlare, Daniele. Sai benissimo che volevamo fare un bel viaggio quest'anno per Natale, ma non avevamo i soldi. Partecipando alla caccia al tesoro on the road di Skytv abbiamo ottenuto biglietti aerei gratis per venti città sparse per il globo. Tutto ciò che ci veniva chiesto era partecipare al loro gioco, sembrava un affare!” 
“Peccato che le città fossero tutti luoghi sperduti in mezzo al nulla, al ghiaccio, al deserto o alla giungla!...
Grazie di avermi ospitata sul tuo blog e grazie a chi comprerà il mio romanzo.
Potete seguirmi sul mio blog principale è http://weirdesplinder.tumblr.com
Il mio sito da autrice è http://writtenbyweirde.altervista.org/

E dopo questa brevissima intervista :-) ecco a voi la mia recensione del libro.



RECENSIONE

Siete un po' tristi? Volete fare una pausa da un libro "mattone" letto recentemente o da un libro che vi ha semplicemente deluso? Allora mettetevi comodi, accendete la musica (all'inizio del libro ci sono dei consigli musicali) e preparatevi a sorridere con questo divertentissimo racconto.
Amore, mistero, thriller e comicità infatti, secondo me, sono il giusto cocktail per rendere un libro avvincente...il lettore non può che innamorarsi subito del protagonista, in questo caso di una protagonista, Alice Schiano. Avete mai pensato di inventarvi un lavoro? Io si, tante volte, come ad esempio fare la distributrice di idee ahaha ma torniamo a noi, la nostra protagonista ha avuto più coraggio di me e si è inventata un lavoro. Alice è un accomodatrice, che ha come missione, attraverso tantissime bugie, quella di migliorare le vite dei suoi clienti. Idea fantastica, se non fosse che ci troviamo davanti ad una grandissima bugiarda, e che succede se un giorno cade nel mirino di qualcuno che si vuole vendicare delle sue menzogne? Che Alice Schiano incontrerà un ispettore di polizia, irritante quanto affascinante, che l'aiuterà a scovare l'attentatore.
Insomma in questa storia ci sono tutti gli argomenti che mi affascinano in un libro; il mistero/thriller...chi vuole uccidere Alice? Una storia d'amore nascente...l'ispettore Donati sembra essere un gran bel "figo"... nonché il colpo di scena nel finale quando finalmente scopriremo tutto...
Inizio a pensare che per rendere un libro bello devi avere come protagonista una che si chiama Alice :-) . Credetemi non potrete fare a meno di ridere con questo libro, soprattutto durante i dialoghi tra Alice e Giulia, la sua segretaria dura e piena di consigli quasi rappresentasse il suo grillo parlante. E sono proprio i personaggi secondari, come i clienti, il nipote di Giulia
proprio nei vari personaggi che si affacciano con caratteristiche, peculiarità, enfasi e sfaccettature molto diverse tra loro, colorando la narrazione di tinte impreviste ed imprevedibili! 
In conclusione posso solo dire di essere contenta di aver appreso dall' intervista che Lie4me avrà dei seguiti... e se vi è piaciuto il genere e non sapete come aspettare la pubblicazione degli altri racconti di Mariachiara, vi consiglio di leggere anche le avventure di un'altra Alice (ritorno al mio discorso di prima) la protagonista "comica" dei libri di Alessia Gazzola (se non la conoscete leggete QUI una delle mie recensioni).


Sono già in ritardo per l'appuntamento della mattina e non voglio rischiare di perdere un cliente facoltoso solo perché ho premuto un po' troppo sull'acceleratore. Nel mio lavoro l'apparenza è tutto, 
e un ritardo non fa mai buona impressione.
Perciò, mentre il vigile alza la sua paletta, io estraggo rapidamente dal vano


oggetti la mia pancia finta in lattice ripiegabile - comprata su internet a un 


prezzo stracciato - , la sistemo di soppiatto sotto la maglia e poi accosto.
«Signorina, su questa strada il limite è di cinquanta chilometri orari, mentre


lei andava almeno a novanta!» mi accusa con arroganza, guardandomi come 


se fossi una cretina incapace di leggere il contachilometri.
«Si tratta di un'emergenza, agente: ho le contrazioni e sto andando in


ospedale per un controllo. 


Sono solo al sesto mese di gravidanza, e tra il dolore e la paura non mi sono accorta della velocità a cui viaggiavo.» 


Per maggiore effetto stringo i denti e gli occhi, come se stessi provando un dolore lancinante, 


poi modulo la voce per proiettare affanno. «Devo correre al Pronto Soccorso.»
Il vigile scatta subito in modalità Cavalier Servente. «La scorterò con la mia
moto, signora, così potrà evitare il traffico.»
Accidenti. Gli ho dato una missione da compiere e ora deve portarla a
termine per provare la sua virilità sul campo. Provo a distoglierlo dall'obiettivo,
facendo leva sulla sua vanità. «No, no, non si disturbi, la prego! Io riesco a guidare


senza problemi e mi sentirei in colpa, se la distogliessi dal suo dovere civico. 


cittadini di Milano hanno bisogno di lei qui, o con questo traffico potrebbero
rimanere imbottigliati.»
Lui riflette sulle mie parole, poi annuisce. «Lasci almeno che fermi il traffico
su questa corsia, così potrà arrivare all'incrocio più in fretta.»
«Grazie mille, lei è davvero un angelo.»

2 commenti

  1. Ciao! Nuova iscritta ^^
    Questo libro l'ho puntato da quando è uscito! Spero di leggerlo presto!

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