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PAGINA 69#73

Eccomi nuovamente qui readers,
è infatti arrivato il momento anche della Rubrica di Pagina 69. Oggi sul Blog troveremo Renato Mite e il suo Thriller d'esordio "Aporia".

Pagina 69

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Ricordo che la rubrica è stata ideata da Ornella di Peccati di Penna.
 
APORIA - RENATO MITE

Genere: Giallo/Thriller
Prezzo:
€16,50  ( € 0,99 ebook)
Editore: Self Publishing
Pagine: 152
Pubblicazione: Luglio 2017

Due investigatori con abilità particolari, una ragazza scomparsa, una lotta contro il destino.

Milano. Settimana della moda. Federica scompare dopo aver assistito ad una sfilata. Per ritrovarla, i suoi genitori ingaggiano Edoardo e Kwame, due investigatori che dimostreranno abilità particolari.
Federica è una ragazza appassionata dell'arte sartoriale, intraprendente e ambiziosa: vuole diventare una stilista, studia all'Istituto Marangoni e cerca in tutti i modi di rubare il mestiere. Suo padre è un produttore di tessuti e ha introdotto Federica nel mondo della moda. La ragazza ha contribuito alle prove della sfilata e ha fatto amicizia con le modelle. Soprattutto con Gerdie Lang, un tipo bizzarro che si sta costruendo la fama di modella ribelle.
Gli investigatori scoprono che Federica ha proseguito la serata in compagnia di Gerdie, ma il mondo della moda non è popolato solo da modelle e fotografi. Trovare Federica non basta più, Edoardo e Kwame devono salvarla, devono riannodare il filo che lega Federica ad un inatteso destino per tirarla fuori dai guai.

ESTRATTO

Attilio Decano viveva in un quartiere agiato e uscì di casa mentre noi scendevamo dal furgone. Lo raggiungemmo sul marciapiede a pochi passi dalla sua auto.
«Signor Decano,» cominciai, «permette due parole.»
«Non voglio comprare nulla.»
«E io non voglio venderle nulla.»
«Siamo investigatori privati,» disse Kwame porgendo la mano, «vorremmo parlarle di Gerdie Lang.»
«Ho già detto tutto alla Polizia, se ne occupano loro, no?»
Decano non strinse la mano e Kwame la ritrasse.
«Sì,» dissi, «noi cerchiamo la ragazza che era con lei.»
«Beh, non posso aiutarvi.» Disse Decano in modo spiccio. Pensai che volesse liberarsi di noi.
«Perché?» Chiese Kwame in tono molto invadente.
«Perché sono stanco.» Decano era sulla difensiva. «Non posso continuare a raccontare la stessa storia, voglio essere lasciato in pace.»
L'uomo fece altri due passi verso la sua auto, ma Kwame si parò dinanzi a lui.
«Sarebbe più a suo agio se io avessi una telecamera e il mio socio un microfono?»
«Ha visto quell'intervista, sa già tutto ciò che posso dire.»
«In quell'intervista non ha detto che la mora fosse delusa dal comportamento di Gerdie.» Precisò Kwame.
«Lavorate con la Polizia?»
«Collaboriamo.» Dissi in fretta. Kwame mi guardò, voleva capire se avrei continuato io l'inquisizione. Non aggiunsi altro.
Decano si girò verso di me. «In quel verbale c'è tutto, non so di più.»
«Pensiamo che possa chiarirci alcuni punti.» Disse Kwame.
«Ora non posso, ho il turno in pasticceria.»
«Non ci vorrà molto. Ha visto in che direzione è andata la mora? Ricorda un SUV nero che seguiva la modella? Perché non si è fermato all'incidente?»
Decano fissò Kwame. Entrambi mi sembrarono sul punto di esplodere.
«Guardi, non mi ricordo granché, è tempo sprecato.»
«Come può non ricordare, continua a raccontare la stessa storia a tutti. L'aspettano forse per un'altra intervista?» Kwame lo stava sfidando con un tono cordiale, il che era ancora più odioso.
«Non ho altre interviste, mi lasci passare.»
Kwame non si mosse. «Forse il mio socio.» Disse.
Decano guardò me, per un attimo indugiai come se non avessi capito, poi indietreggiai. Lui scese dal marciapiede e girò intorno all'auto che precedeva la sua.
Nel mentre, Kwame gli disse: «Credo che l'abbia uccisa lei, le staremo addosso.»
Decano si fermò prima di aprire lo sportello dell'auto. «Ma che dice? è pazzo! si è schiantata da sola.»
«Parlo della ragazza mora.»
Non capivo il gioco di Kwame, così lo lasciai fare senza intervenire.
«Mentre parliamo perlustrano il lago di Boscoincittà,» riprese, «se l'ha lasciata lì, la troveranno.»
«Non ho ucciso nessuno.»
«Pensa che l'acqua ha lavato tutte le sue tracce, ma sbaglia.»
«Non ho ucciso nessuno!» Urlò Decano.
«Io credo che l'abbia violentata e uccisa, poi gettata nel lago.» Disse Kwame con calma.
Con tono neutro Decano disse: «Crede male.»
«Se non è colpevole, è molto vanesio. Ha avuto i suoi quindici minuti di celebrità in modo meschino.»
«Lei è un altro di quegli stronzi che giocano a fare gli investigatori. Va' a ciapa' i ratt.»
L'uomo aprì lo sportello, salì in auto e andò via; lasciandoci lì; io stupito, Kwame furibondo.
«Non sa niente,» disse, «si è inventato tutto per farsi bello in tivù.»
Kwame non era risentito per le offese, quelle le ignorava, se le aspettava quando sfidava le persone per avere reazioni forti e quindi autentiche. Era risentito perché avevamo perso tempo dietro a quel tipo.
«Ma è andato alla Polizia.» Dissi mentre camminavamo.
«Ora funziona così: vai in tivù se sei imputato, l'avvocato dell'imputato, il testimone uscito dal commissariato dopo la deposizione...»
«Come spieghi che ha visto Gerdie e Federica in via Novara?»
«Chi dice che le ha viste in via Novara? Può averle viste in un locale e come te stamattina ha riconosciuto Gerdie dal notiziario.»
«Quindi non gli credi?» Chiesi mentre prendevo posto al volante.
«Io credo al benzinaio.»
RENATO MITE

Renato Mite è determinato a fare della scrittura il suo mestiere. Scrive dall'età di dieci anni cominciando con una Olivetti Lettera 32 verde e storie strampalate, negli anni a seguire affina l'arte con racconti brevi fino al suo primo romanzo, "Apoptosis", un thriller fantascientifico scaturito dalla passione per scienza, tecnologia e informatica.




Allora che cosa ve ne sembra? Vi ho incuriosito? Correte ad acquistarlo...


3 commenti

  1. A volte bastano davvero poche righe per immergerci nell'atmosfera di una storia ;)

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  2. Grazie, mi fa molto piacere vedere questo estratto di Aporia qui nella tua rubrica.

    Ciao,
    Renato

    RispondiElimina

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