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REVIEW PARTY: NON E' TUTTO ORO DI VALERIA CORCIOLANI

Eccomi nuovamente qui readers,
per parlarvi ora di un libro di un'autrice italiana che ho scoperto proprio grazie a questo Review Party, Valeria Corciolani.
La sua scrittura mi ha talmente affascianato che ora ho intenzione di recuperare anche gli altri suoi libri.


Non è tutto oro
di Valeria Corciolani


Genere: Giallo Noir
Editore: Amazon Publishing
Prezzo: € 9,99 (ebook 4,99)
Pagine: 317
Uscita: 8 Maggio 2018
Tornano Alma, la colf dallo “sguardo” speciale, e Jules Rosset, l’ispettore spigoloso
È una vita tranquilla quella di Nestor “il Greco”, proprietario di un piccolo negozio antiquario a Chiavari. Finché una sera la giovane moglie Elena, troppo bella, troppo esuberante, troppo tutto, non ritorna più a casa. Il mattino dopo un pescatore aggancia con i suoi palamiti il corpo di una donna…
Toccherà all’ispettore Jules Rosset e all’efficiente Alma, suo insospettabile grimaldello di fiducia, riportare a galla la verità. Perché non è tutto oro quello che luccica.
 Intervista doppia: Alma e Rosset

ALMA


Qual è la tua debolezza?
I figli. Con loro ho sempre paura di sbagliare, com’è quel detto che ora non mi viene in mente?, ci vorrebbe l’Alfonsina… ah: “Con i figli come fai sbagli”, infatti. E’ che ogni decisione, ogni dubbio, ogni preoccupazione mi si posa sul cuore senza avere nessuno con cui spartirle: non è la fatica in sé del fare, quanto – appunto - il terrore di sbagliare. Uno sguardo univoco sui figli non è mai obbiettivo, occhi diversi colgono sfaccettature e sfumature che possono aprire altre prospettive, ma io con i figli ho solo il mio di sguardo, da dividere per quattro. E un 25% è davvero troppo poco per tentare di capire cosa circola nel cervello di un adolescente, diciamolo.

Come ti descrivi?
Stanca, io sono perennemente e costantemente STANCA. Stanca soprattutto di testa, ma stanca pure di ossa, muscoli, tendini, tutto sempre teso e proteso al fare, a non perdere mai un colpo, a essere sempre sul pezzo.
Stanca proprio come assioma, ecco.

Qual è il tuo talento
Secondo Jules è il mio “sguardo Almesco”, la mia capacità di infilarmi nelle pieghe delle vite altrui a decriptarne la vita, che lui trova straordinario, affibbiandomi a volte capacità da paragnosta completamente fuori luogo, ma lui è un testone montanaro che non avete idea.
Per me invece, questa cosa di entrare - volente o nolente- nelle vite degli altri, è una condanna, con il mio carattere maledetto che mi ritrovo tra l’altro, che mi costringe a non lasciare mai niente in sospeso. Perché io in queste case, di queste vite, scopro inevitabilmente cose: è come trovarmi tra le mani i loro destini e dover scegliere. Scegliere se lasciare che tutto vada seguendo gli eventi, oppure decidere di far deragliare il destino assecondando il mio metro di giustizia. O comunque verso la direzione che mi garba di più. E ne farei volentieri a meno, giuro. Anche perché con i figli, l’unica faccenda in cui lo vorrei davvero, questo fantomatico “sguardo” non funziona affatto.

Cosa pensi dell'altro?
Che è un testone montanaro l’ho già detto? Ecco, lo ribadisco, e con la tenacia di un molosso per giunta. Ha pure uno spigoloso carattere di merda. Però Jules Rosset è anche una delle persone più buone, rette e sincere che ho mai incontrato. Certo, a volte ti verrebbe voglia di lanciargli dietro qualcosa eh, ma so che per me lui c’è. Sempre. E non è una certezza da poco.

Dì all'altra persona una cosa che gli/le tieni nascosta.

A Jules non direi mai che, anche se faccio tante storie, poi sotto sotto non mi dispiace che mi abbia coinvolto nelle sue faccende, portandomi a sgusciarmi di dosso la vecchia pelle. Ma nello stesso tempo mi pare di avere già sufficienti beghe mie tra le mani, che solo una deficiente può decidere di impelagarsi anche in quelle di Rosset. Così mi dibatto tra il desiderio di venire coinvolta e il rimpianto di essermi lasciata coinvolgere, la voglia di restare nell’ombra e la smania di buttarmi in una cosa che mi faccia sentire viva: viva come Alma Boero Kouyaté, e non come madre di quattro figli o nuora dell’Alfonsina, o ex moglie di uno che ha messo più di sedicimila chilometri, due continenti e un oceano tra lui e loro. Ecco, poi una si domanda perché è stanca…

ROSSET
Qual è la tua debolezza?
Mio figlio Alberto. Cacchio, mi sembra di sbagliare sempre! Diciamo che essere il genitore dei “due fine settimana al mese” non aiuta, eh, però a volte ho la sensazione che i miei tentativi di entrare nella sua vita mi ribalzino contro, come se Alberto fosse fatto di gomma. Quando Alma mi ha detto di cambiare prospettiva, di provare a farlo entrare nella mia di vita, invece di cercare di forzare la serratura della sua… be’, lì per lì mi è parsa una trovata assurda. Invece devo ammettere che forse, ma forse eh!, le cose stanno andando un pochino meglio. Però mio figlio resta sempre il mio punto debole, un terreno infido fatto di sabbie mobili e scivoloni. Porca vacca, nel mio lavoro riesco a entrare nelle teste di chi mi trovo davanti, riesco a percorrere i sentieri delle loro scelte e con Alberto scivolo di qua e di là, come se fossi cieco e sordo. Dolorosamente frustrante...

Come ti descrivi?
Ehm, preferirei passare alla domanda successiva, ecco.
Ah, non si può. Vabbè, allora, se proprio devo…
Dunque: hanno tutti ragione. Ha ragione il mio sovrintendente Solari, ha ragione la mia ex moglie Clelia, la Fabiani, il fruttivendolo sotto casa, ha ragione pure Alma. Tutti hanno perfettamente ragione: io, Jules Rosset, sono un primitivo del savoir-faire, un australopiteco del sentimento, un modello base della partecipazione emotiva. E in questo campo, passati i quaranta, uno non può che peggiorare. È che non lo faccio mica apposta eh, ma… ma niente, è così e basta.

Qual è il tuo talento

Mah, credo di fare bene il mio lavoro, questo sì. Poi non saprei, il mio lavoro mi ruba testa e cuore venti ore al giorno, pure ventiquattro, che a volte i miei sonni sono invasi dal cervello che continua a pensare, quindi non è che ho molto modo di testare il resto. Certo che messa così sono davvero una roba noiosissima eh, per dire che spiega molte cose sui miei rapporti con gli altri e sulla mia vita sociale (inesistente, appunto).

Cosa pensi dell'altro?
Penso che Alma sia fantastica. Davvero. L’ho capito subito. Certo, a volte è inespugnabile e faticosa come una cordata sul K2, però so che se avessi bisogno lei c’è. Sempre. E questo per me, che non brillo in simpatia e nel farmi voler bene, è una certezza non da poco. E poi, anche se non lo ammetterebbe mai, lei sotto sotto ha bisogno di me, per scrollarsi di dosso quella sensazione di essere solo mamma, colf, nuora di una suocera impegnativa come l’Alfonsina e venir fuori invece come Alma Boero: donna straordinaria, perspicace, intelligente e con uno “sguardo” davvero unico.

Dì all'altra persona una cosa che gli/le tieni nascosta.
Che lo vedo pure io che oltre a una bella testa Alma è anche bella tutta, anche se lei non se lo ricorda più. Quindi temo moltissimo che se ne accorgano anche gli altri. Che prima o poi accadrà eh, anzi, temo che sia già successo, porca vacca. Insomma, il pensiero di “perderla”, che diventi magari la compagna o la fidanzata di qualcuno rendendo così meno “liscio” il nostro frequentarci, togliendomi la libertà di cercarla quando e quanto vorrei… be’ un po’ mi rompe, anzi, mi rompe moltissimo. Ma ovviamente pure un analfabeta del sentimento come me, capisce che non è una cosa carina da dire, quindi sto zitto e vi pregherei di tenerla per voi.
Ma vorrei anche che Alma avesse la felicità che merita.
Certo, se fosse felice senza fidanzarsi con nessuno... per me sarebbe il massimo, ecco.

Se questi due personaggi vi sono piaciuti, è arrivato il momento di passare al libro!

RECENSIONE

E' una sera come tante quella che si sta per affacciare nella piccola città di Chiavari, eppure... questa notte, cambierà la vita di molte persone.
Sono le 2.45 del mattino, Elvira un'arzilla signora di ottant'anni e dalla lingua pungente, non riesce a riprendere sonno dopo aver fatto uno strano incubo. Decide di affacciarsi in balcone per prendere un po' d'aria, senza sapere che proprio in quell'istante, diventerà la testimone di un fatto molto agghiacciante... qualcuno ha appena caricato un corpo in macchina.

Nella stessa notte anche Nestor detto "il Greco" non riesce a prendere sonno, sua moglie Elena non è rientrata a casa, forse ha avuto il coraggio di lasciarlo... in fondo come può una giovane ragazza così bella e piena di vita, stare con uno di oltre ventanni più grande di lei? 
Sapeva di non esserne all'altezza ma Nestor, con il matrimonio, era finalmente riuscito a trovare una collocazione in quella società in cui si era sempre sentito lo straniero, l'emarginato. Ora invece che cosa avrebbe fatto?

Alma invece, la Colf diventata ormai famosa per aver aiutato recentemente il commissario Rosset a risolvere un caso, è ritornata alla sua normale routine di donna delle pulizie. Ma è proprio in una delle case che è solita pulire, quella dei Morlacchi, apparentemente una bellissima coppia, che Alma troverà prove di una presenza femminile. A quanto pare infatti Marco, in assenza della moglie incinta, sembra aver accolto un'altra donna. Che fare... nascondere il malfatto e dare alla coppia un'altra possibilità o lasciare che la moglie lo scopra?

Perchè vi ho raccontato questo? Apparentemente vi sembreranno tutte vicessitudini scollegate tra di loro ma quando un pescatore, troverà il corpo di Elena la moglie di Nestor che a quanto pare è stata anche l'amante di Marco Morlacchi, tutto si intreccerà in un sorprendente giallo. E indovinate chi aiuterà il commissario Rosset a scoprire la verità? Ovviamente l'amabile Alma che, districandosi tra il lavoro e i quattro figli, riuscirà ad avere anche delle geniali intuizioni utili al caso.


Nonostante i personaggi che ho incontrato durante la storia siano stati molti e alcuni complessi, come l'ispettore che ancora deve ambientarsi ad un posto di mare o la stessa Alma che ha alle spalle un passato triste e travagliato, devo dire che ho trovato la narrazione scorrevole, vivace e piacevole.
La cura con cui l'autrice ha caratterizzato ogni singolo personaggo risulta subito evidente al lettore e io non ho potuto fare a meno di amare alla follia le due "vecchiete", Elvira e Alfonsina. 
Anche l'ambientazione è molto curata, è facile infatti, grazie alle descrizioni dell'autrice, immaginarsi Chiavari con i suoi portici e localetti notturni.

Oltre al giallo che scorre molto velocemente, attraverso i figli di Alma, verranno affrontati anche temi attuali ma del tutto indifferenti al caso, come le problematiche relative alle differenze sociali o i comuni problemi adolescenziali. Non solo un mistero da risolvere quindi, ma anche pezzi di vita da assaporare e sistemare.

E' la prima volta che leggo qualcosa di questa autrice e il fatto di avere trovato la sua scrittura molto ironica e veloce è sicuramente una buona motivazione per recuperare al più presto tutti i suoi libri. Devo dire però che essendo una divoratrice di thriller, ho praticamente capito l'identità dell'assassino già dal decimo capitolo ma questo invece di scoraggiarmi mi ha invogliato ancora di più ad andare avanti per vedere se il mio intuiro era giusto o sbagliato.

3 commenti

  1. Mmmm.....tralasciando la scelta di Vincent Cassel (😜) direi che mi hai convinto: lo leggo!

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  2. Risposte
    1. Grazie mille a te per avermi fatto desiderare di visitare Chiavari e dintorni :-)

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